Giorgio Gemisto Pletone

Giorgio Gemisto Pletone, nato a Costantinopoli e morto circa centenario nel 1452 (o nel 1454) a Mistrà, alla corte degli ultimi Paleologhi, fu il primo e più importante rappresentante del Platonismo durante il Rinascimento. Fu anche un riformista radicale e, più celatamente, un teologo neopagano. Al Concilio di Firenze per l’unione delle chiese, lasciò agli umanisti italiani un trattato Sulle Differenze tra Aristotele e Platone, sintesi di una serie di conferenze che aveva tenuto per essi. Fondò a Mistrà una fratria iniziatica, fondata sulle espressioni dell’aurea catena della Metafisica originaria, che più tardi sarà chiamata philosophia perennis. Il Trattato delle Leggi, il libro in cui lasciò i suoi insegnamenti esoterici, fu bruciato dal patriarca Gennadio Scolario, poco dopo la sua morte, e se ne salvarono solo alcune parti frammentarie. Esercitò una sottile ma fondamentale influenza sul Rinascimento italiano. Significativamente, i suoi resti riposano in un’arca sul fianco del Tempio Malatestiano di Rimini, la più pagana delle chiese.