L’esperienza del teatro Tessere cinquecentesche

L’esperienza del teatro

Tessere cinquecentesche

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Agli esordi del sedicesimo secolo la galassia della socialità cova in grembo il teatro: un oggetto “ritrovato” filologicamente sulla scorta dell’ antico ma anche definito e riconosciuto in progress attraverso le difformi reazioni dei soggetti che imparano a goderne l’esperienza, separando il piano della finzione da quello della realtà e accettando di disporsi all’attitudine “passiva” di visione e di ascolto richiesta da una rappresentazione, che è cosa diversa dalla condivisione agita della festa laica o religiosa. Fra il teatro pensato e sperimentato dagli intellettuali seguendo l’auctoritas dei classici e il bacino ludico della tradizione si intreccia così un dialogo niente affatto lineare né progressivo, e sono i committenti e i destinatari a orientare in modo decisivo l’ avventura collettiva che, nel giro di pochi decenni, produce la cosiddetta “invenzione” rinascimentale del teatro moderno attraverso un itinerario ricettivo idealmente disposto dal protagonismo della brigata partecipe di un evento comunitario alla visione silenziosa del pubblico in sala.

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Sull'autore

Marzia Pieri

Marzia Pieri insegna discipline dello Spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena. È former Fellow dell’Harvard University Center for Italian Renaissance Studies; si occupa di storia del teatro dal medio evo all’ età contemporanea, con particolare riferimento all’ambito drammaturgico fra filologia, editoria e storia materiale dei testi drammatici. Fra i suoi volumi di materia rinascimentale: La scena boschereccia nel Rinascimento italiano (1983); La nascita del teatro moderno (1989); Gl’ Ingannati degli Accademici Intronati di Siena (2009); Lo Strascino da Siena e la sua opera poetica e teatrale (2010). Si è dedicata anche al Settecento, con particolare riferimento a Martello, Alfieri, Gozzi e Goldoni su cui in particolare Commedie di Goldoni, voll. 3, 1992; Il teatro di Goldoni, 1993; le edizioni critiche per Marsilio della Trilogia persiana (1997), della Scozzese (2006), e dell’Artemisia (2015).

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