Per una filosofia del tragico
Tragedie greche, vita filosofica e altre vocazioni al dionisiaco
Alessandra Filannino Indelicato
Ancora sentiamo levarsi dall’Antica Grecia il terribile pianto di un capro sacrificale. Alle urla strazianti di dolore si uniscono i canti commossi e le danze sfrenate in onore di Dioniso: la tragedia nasce come un sacro rituale di compartecipazione al ciclo di vita, morte e rinascita. Nell’epoca del consumismo e del “tutto subito”, abbiamo urgente bisogno di una filosofia del tragico, aperta alla complessità simbolica della vita. In questa direzione, l’Euripide di Baccanti ci consegna un Dioniso δαίμων (daimon), mediano, misterioso e contraddittorio; incarnazione dell’eccesso panico così come maestro di una puntuale presenza all’istante – l’autentico compito di ogni filosofia. Dioniso lo Straniero, ma secondo soltanto ad Atena nei festeggiamenti; Dioniso l’Androgino, l’irrazionale, l’addolorato: molteplici nomi tentano di definirlo, nessuno riesce mai a comprenderlo. Perché la filosofia dovrebbe dunque, e provocatoriamente, occuparsi del tragico? Cosa significa rispondere a una vocazione al dionisiaco? E perché questo ci riguarda?
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Language
Italian -
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About the author
Alessandra Filannino Indelicato
Alessandra Filannino Indelicato è assegnista di ricerca in Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. È da sempre appassionata di filosofia antica, mitologie e tragedie greche, che prova a leggere come oceani simbolici complessi, da esplorare a partire dalla vita, nel corpo, nel respiro, nelle relazioni. È socia di Philo-Pratiche Filosofiche, co-organizza e conduce i Seminari Aperti di Pratiche Filosofiche. Collabora con la School of Humanities and Social Sciences alla Lenoir-Rhyne University, North Carolina.