Sulle reliquie

Sulle reliquie

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A metà del cinquecento in pochi credevano all’autenticità della Sindone. Lo stesso drappo che oggi a Torino viene contemplato in religioso silenzio da migliaia di visitatori è chiaramente additato come un falso in questo lavoro puntiglioso di Giovanni Calvino. Teorico di una delle due grandi riforme del cristianesimo, Calvino spiega il danno fatto dal culto di questi oggetti. Idolatrare delle cose solo perché appartenute per ipotesi ai santi o ai martiri è una forma di superstizione che allontana dal vero messaggio cristiano. La fede interiore e la contemplazione dell’opera dell’universo è il modo degno di onorare il supremo. Il testo fu scritto nel 1543 ed è un prezioso documento dei valori della riforma protestante. Ma letto oggi mostra quanto la Chiesa cattolica e i suoi ideologi contemporanei stiano nutrendo credenze sfatate da secoli. Un testo antico e vicino, quindi, che permette di riflettere sul senso profondo delle nostre credenze, sulle particolarità tutte italiane del sentimento religioso.

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Sull'autore

Giovanni Calvino

Giovanni Calvino (Jehan Cauvin,1509-1564), è stato il il fondatore di una Chiesa protestante tra le più culturalmente agguerrite e destinata ad avere un’influenza epocale su di una vasta massa di coscienze religiose occidentali. L’Istituzione della religione cristiana (1559) è certamente la summa del pensiero di Calvino. Il Trattato sulle reliquie è un prezioso esempio di critica razionale alle forme esteriori della religiosità, valida in ogni tempo.

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