Spaziopatia Fenomenologia della spazialità vissuta e psicopatologia delle alterazioni spaziali

Spaziopatia

Fenomenologia della spazialità vissuta e psicopatologia delle alterazioni spaziali

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Soggettività e spazialità si co-appartengono come orizzonti di significato: la spazialità vissuta, carattere esistenziale dell’esserci, si dà come intercorporeità, interaffettività e intersoggettività. A queste corrispondono le tre dimensioni della spazialità: del Leib, affettiva (della Stimmung e atmosferica) e sociale (del sensus communis). Le dimensioni della spazialità vissuta sono investigate a partire dai loro disturbi: l’esplorazione segue il metodo fenomenologico e le ricerche della psicopatologia fenomenologica così da comprendere l’esperienza patologica come estraneazione del soggetto rispetto alla naturalezza e ovvietà del mondo condiviso, come alterazione della rete dei rimandi del con-essere-nel-mondo e disturbo dell’esperienza del sé e dell’altro. Il metodo fenomenologico aiuta ad interpretare i disturbi che la psicopatologia studia e contribuisce a delineare metodi terapeutici che tengano conto della spazialità vissuta.

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Sull'autore

Martina Mauri

Martina Mauri ha conseguito il dottorato in Filosofia presso il consorzio FINO e l’Università di Genova, con la tesi SpazioPatia: fenomenologia della spazialità vissuta e psicopatologia delle alterazioni spaziali. È stata ospite della Sektion phänomenologische Psychopathologie und Psychotherapie (Heidelberg). Ha conseguito il Research Master (Phenomenology Major) presso la KU Leuven con una tesi su L. Binswanger; si è laureata all’Università di Pavia lavorando sul pensiero del primo Heidegger.

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