Quando le immagini prendono posizione L’occhio della storia I

Quando le immagini prendono posizione

L’occhio della storia I

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A partire dall’analisi delle opere L’Abicì della guerra e Diario di lavoro, Georges Didi-Huberman approfondisce le dinamiche, le idee e le disposizioni formali della riflessione di Bertolt Brecht sulla guerra. Un percorso originale che, passando in rassegna i documenti visuali e i reportage fotografici raccolti da Brecht sulla Seconda guerra mondiale, attraversa alcuni motivi cruciali per il pensiero del drammaturgo tedesco, come il concetto di esilio e quelli di rilettura e di costruzione della storia attraverso il montaggio delle immagini. Obiettivo dell’opera è quello di individuare nei montaggi brechtiani un momento fondamentale della cultura europea del Novecento e un modello di intersezione tra l’esigenza dell’interpretazione della storia, la sfida del politico e lo spazio estetico. Didi-Huberman si sofferma con particolare attenzione sull’esperienza brechtiana della “messa in scena” quale processo conoscitivo in cui gli elementi del montaggio – come “le riproduzioni delle opere d’arte, le fotografie della guerra nei cieli, i ritagli di giornale, i volti di chi gli stava vicino, gli schemi scientifici, i cadaveri dei soldati sui campi di battaglia, i ritratti dei dirigenti politici, statistiche, le città in rovina, nature morte, paesaggi e le opere d’arte rese oggetto di vandalismo dalla violenza militare” – intrattengono fra loro un rapporto vivo e dialettico, che non li irrigidisce nelle strette maglie della presa di partito, ma li colloca piuttosto sul versante critico del sapere e del vedere che ogni presa di posizione necessariamente comporta.

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Sull'autore

Georges Didi-Huberman

Georges Didi-Huberman (Saint-Étienne, Loire, 1953), storico dell’arte e filosofo, insegna presso l’École des hautes études en sciences sociales, dove occupa il titolo di maître de conférences dal 1990. Ha insegnato in numerose università europee e nordamericane (Berkeley, Johns Hopkins, Freie Universität Berlin, Université-Eikones NFS Bildkritik Basilea...). Vincitore di due premi dell’Académie des beaux-arts, il premio Hans Reimer dell’Aby-Warburg-Stiftung, il premio Napoli e il premio Humboldt. Tra i suoi libri pubblicati in italiano, ricordiamo: Immagini malgrado tutto (2005); L’immagine aperta. Motivi dell’incarnazione nelle arti visive (2008); La pittura incarnata (2008); Aprire Venere. Nudità, sogno, crudeltà (2014).

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