Oltre la crisi della memoria Primo Levi: una storia intellettuale della testimonianza della Shoah

Oltre la crisi della memoria

Primo Levi: una storia intellettuale della testimonianza della Shoah

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Il Novecento è stato un secolo breve ed eccezionale per varie ragioni, in primis per aver dato luogo a quell’unicum storico, l’Olocausto, che secondo alcuni avrebbe spostato il limite della rappresentazione oltre la soglia del rappresentabile. In questo limite estetico, come è possibile testimoniare, se il ricordo è un dovere etico insito nei sopravvissuti dell’Olocausto? Come viene rappresentata la testimonianza nella scena pubblica? Rimane sempre la stessa, come in uno scatto fotografico che cattura un’eterna istantanea, o cambia, si trasforma, con il passare del tempo, dalla fine degli anni Quaranta fino all’avvicinarsi dell’inevitabile tramonto di tutti i testimoni? Primo Levi è il testimone perfetto per rispondere a queste domande, lasciando emergere le modalità con cui la testimonianza viene rappresentata nella sua vasta produzione letteraria e storica, da Se questo è un uomo a I sommersi e i salvati. Attraverso la ricostruzione del processo mnemonico e testimoniale di Primo Levi, mai pacificato, si delineerà, in forme diverse, una testimonianza sempre trasformata, pur rimanendo sempre vera e viva, a seconda del contesto in cui essa viene pronunciata, utile a preparare la nostra cassetta degli attrezzi all’era, ormai prossima, senza testimoni.

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Sull'autore

Silvia Ferrari

Silvia Ferrari (Sarzana, 1987) si è laureata in filosofia all’Università di Pisa e ha conseguito il dottorato di ricerca, summa cum laude, presso la Scuola Internazionale di Alti Studi Fondazione San Carlo di Modena. Ha trascorso periodi di studio all’Università di Chicago e a Parigi ed è membro della Società Filosofica Italiana. Ha scritto numerosi saggi sulla filosofia francese contemporanea, sul concetto di testimonianza e su Primo Levi, focalizzandosi sul rapporto fra rappresentazione e memoria nell’esperienza concentrazionaria.

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