La “buona morte” Analisi del profilo storico e ruolo delle cure palliative nell’accompagnamento di fine vita

La “buona morte”

Analisi del profilo storico e ruolo delle cure palliative nell’accompagnamento di fine vita

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Il libro offre uno spunto di riflessione sull’evoluzione storica che il termine “eutanasia” ha assunto nel corso dei secoli: da “morte buona” – intesa come morte eroica in battaglia – dell’epica greca antica a “morte scelta” – e non temuta – dei saggi stoici latini. Emerge, leggendo il testo, quanto il timore della morte sia, da millenni, un pensiero ricorrente dell’uomo e quanto al progresso tecnologico e medico-scientifico della nostra società non corrisponda il profondo rispetto per la sofferenza e la malattia. Cos’è oggi la “buona morte”? Le moderne cure palliative la identificano come la “morte non sofferta”, non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico. È auspicabile che il medico del futuro torni a essere un uomo “a tutto tondo” che impieghi le proprie conoscenze non per esercitare il potere paternalistico nei confronti dei pazienti, ma per rispettare la volontà dell’assistito e instaurare quella relazione terapeutica per cui umanità e filantropia sono imprescindibili.

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Sull'autore

Elena Montaguti

Elena Montaguti, laureata magistrale in Filologia e tradizione classica all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, nel 2019 ha concluso il dottorato di ricerca in Medicina clinica e sperimentale e Medical Humanities all’Università degli Studi dell’Insubria. Ha compiuto diverse esperienze di studio all’estero, in particolare in Germania (Heidelberg e Monaco di Baviera) e in Svizzera (Basilea). Ha collaborato e collabora tuttora con un’Università svizzera in Ticino.

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