L'estraneità del corpo Fragilità naturale, potenza dell’immaginazione tecnica, desiderio d’infinito

L'estraneità del corpo

Fragilità naturale, potenza dell’immaginazione tecnica, desiderio d’infinito

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Mai come nella nostra attualità insensate credenze operano tanto fortemente da indirizzare gli orientamenti di molti. La numerosità dei click, dei like e delle condivisioni ribadisce, continuamente, la signoria della doxa sull’epistème. Prepotenti precomprensioni, frutto di altrettante disseminazioni ideologiche, sono alla base delle storie di diverse persone che, per aver rifiutato di affidarsi ai ritrovati della medicina ufficiale, si sono consegnate alla morte. Da un’interpretazione d’insieme, al di là di quanto insegni il singolo episodio di cronaca, emerge il tema principale del libro. Un filo rosso unisce in un’unica estraneità tre, diverse e distanti tra loro, visioni del corpo e della natura. La suggestione unitaria di un qualcosa che sfugge al controllo. L’impressione di una corporeità che, pur identificandoci, non risponde ai nostri desiderata. Secondariamente a questa separazione tra ciò che si è, fisicamente, nel presente e l’attesa di essere, talvolta e contemporaneamente, altro da sé – se malato, sano; se debole, forte – si consuma la distanza nel pensare e vivere la corporeità: tanto se la si vuole ricondurre a un elemento della natura, quanto se la si vuole superare con la tecnica o ripristinare con la medicina.

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Sull'autore

Andrea Rega

Andrea Rega, Ph.D. in Formazione della persona e mercato del lavoro, è redattore della collana “Educazione: territori, confini”. Ha pubblicato, per riviste accademiche italiane ed estere, diversi saggi concernenti problematiche educative: utilizzo della tecnologia informatica, convivenza democratica, extra-scuola e rapporto scuola-famiglia. Tra le sue monografie più recenti: Tecnologia e scienza nel futuro della politica. Il dibattito tra J.B.S. Haldane e B. Russell (2017); Gesualdo Nosengo. Studio sui “Diari spirituali” 1925-1965 (2015).