Il volto demoniaco del potere

Il volto demoniaco del potere

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Il problema affrontato da Ritter ne Il volto demoniaco del potere investe l’uomo quando nella sua quotidiana esperienza si chiede il significato ultimo della lotta per il potere, che all’interno degli ordinamenti statali divide uomini, partiti e classi, e della lotta per l’egemonia e la potenza, nella quale gli Stati coinvolgono il destino dei singoli uomini, subordinando ogni principio e valore alla logica della lotta. Le riflessioni di Ritter partono dal 1939, quando ormai era chiaro che l’avvento di Hitler avrebbe condotto la Germania in guerra a causa di un accecamento distruttivo nel quale si svelava pienamente il volto demoniaco del potere. Secondo Ritter, il demoniaco appartiene al potere per l’insanabile contraddizione che in quest’ultimo si annida, per la duplicità di significato cui è soggetto: il potere è la sfera dell’ambiguità, dell’incerto, della luce crepuscolare, in cui è difficile scindere il bene dal male, la dedizione dall’egoismo, la creazione dalla distruzione. Il rischio di essere posseduti dall’impulso irrazionale alla potenza è sempre presente e, a ben vedere, senza di esso non sarebbe possibile alcuna costruzione politico-giuridica di un ordine di convivenza. Il demoniaco si radica dunque nella finitezza e nell’ambiguità stesse dell’uomo, nella sua insufficienza, come nella sua disposizione al bene a al male.

Dettagli libro

  • Editore

  • Testo originale

  • Lingua

    Italiano
  • Data di pubblicazione

  • Numero di pagine

    248

Sull'autore

Gerhard Ritter

Gerhard Ritter (1888-1967), storico tedesco, ha insegnato nelle università di Heidelberg, Amburgo e Friburgo. Arrestato dalla Gestapo nel 1944, è stato liberato alla fine dell’aprile 1945 con l’entrata a Berlino delle truppe russe. Ritter rientra nel novero di quegli studiosi novecenteschi che hanno saputo indagare con acutezza critica i tratti crepuscolari della lotta per il potere.

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