Il cerchio mai chiuso Mente, cervello, corpo, ambiente: dalla relazione all’individualità

Il cerchio mai chiuso

Mente, cervello, corpo, ambiente: dalla relazione all’individualità

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La questione sembra quasi banale, ma trascina con sé innumerevoli interrogativi: come si costituisce l’individualità? Come accade che ogni essere umano sia radicalmente diverso dall’altro e in ogni istante sempre diverso da come era in passato e da come sarà in futuro? La proposta che si avanza in queste pagine è che l’individualità si costituisca nella relazione e che questa non sia un prevedibile gioco di cause ed effetti, ma un processo che pervade l’esistenza umana dal primo vagito all’ultimo respiro. Un processo che esclude tanto ogni dualismo tra mente e corpo, tra anima e materia, quanto ogni riduzionismo fisicalista, per cui saremmo solo una manciata di neuroni sempre prevedibile. Una proposta ardua, che troverà ben pochi appigli nella storia del pensiero che ci precede, ma che, forse, può scovare maggiore sostegno in quella parte delle neuroscienze che hanno saputo tenersi alla larga dalle scorciatoie del riduzionismo.

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Sull'autore

Stefano Bevacqua

Stefano Bevacqua (Milano, 1952), giornalista, ha scritto per numerose testate. Ha compiuto studi presso l’Université Paris I Panthéon-Sorbonne e seguito gli insegnamenti di Roland Barthes e Michel Serres. Cultore di studi filosofici, è autore di La luce e le cose. Per una filosofia della fotografia (2012), Nel confine. Indagine sul principio del terzo escluso (2014), Nell’equivoco. Indagine sulla necessità del terzo incomodo (2016) e Ricordi e desiderio (Mimesis, 2018).

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