Dittici Filosofi tra parole e immagini

Dittici

Filosofi tra parole e immagini

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Il libro comprende cinque dittici, ossia coppie di saggi, relativi ad altrettanti filosofi: Benjamin, Deleuze, Foucault, Agamben, Didi-Huberman. L’indagine verte in particolare sul rapporto che essi hanno instaurato con la letteratura e le arti visive. Per quanto riguarda quest’ultimo campo, vediamo Benjamin ispirato da un quadro di Klee, Foucault affascinato dalle opere di Manet, Didi-Huberman alle prese con una scultura di Giacometti. Ma i testi letterari non sono meno attrattivi per i filosofi: ecco dunque Deleuze che, assieme a Guattari, legge le opere di Kafka, Foucault che indaga su quelle di Brisset, Agamben che interroga gli scritti di Mallarmé. Più in generale, a essere in causa è il nesso tra linguaggio filosofico e immagini (intese sia come opere d’arte visiva, sia come figure evocate solo tramite le parole). Ad accomunare i pensatori in questione, infatti, c’è l’idea che la filosofia non costituisca un ambito separato, chiuso su se stesso, ma sia parte integrante di una cultura e di una storia ben più vaste e multiformi.

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Sull'autore

Giuseppe Zuccarino

Giuseppe Zuccarino, nato nel 1955, è critico e traduttore. Ha pubblicato vari volumi di saggi: La scrittura impossibile (1995); L’immagine e l’enigma (1998); Critica e commento. Benjamin, Foucault, Derrida (2000); Percorsi anomali (2002); Il desiderio, la follia, la morte (2005); Il dialogo e il silenzio (2008); Da un’arte all’altra (2009); Note al palinsesto (2012); Il farsi della scrittura (2012); Prospezioni. Foucault e Derrida (2016); Immagini sfuggenti. Saggi su Blanchot (2018). Tra i libri da lui tradotti figurano opere di Mallarmé, Bataille, Klossowski, Blanchot, Caillois e Barthes.

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