Deleuze Il non-tutto in immagine. Sulla risonanza tra Differenza e ripetizione e L’immagine-tempo

Deleuze

Il non-tutto in immagine. Sulla risonanza tra Differenza e ripetizione e L’immagine-tempo

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Il pròbleme che l’immagine del cinema moderno pone è lo stesso di fronte a cui si trova la filosofia della differenza del grande libro del 1968, Differenza e ripetizione: uscire dalla tutela del Tutto-Uno, sottrarsi al percorso verticale e gerarchico della rappresentazione, produrre un differente rapporto tra “io, pensare, essere”. La filosofia deve pensare con i propri strumenti, i concetti, un essere che è un terreno di differenze senza gerarchia, un io che esce dai canoni del soggetto trascendentale, un mondo che non è un tutto-uno e che il pensiero non è più in grado di pensare nemmeno come il proprio orizzonte. L’arte (il cinema come arte) affronta lo stesso problema: la frattura del tempo narrativo tradizionale, la singolarità non integrabile in un intero, l’interstizio reso visibile, la dissociazione tra il visivo e il sonoro. Allora, che cosa può pensare il pensiero nelle sue differenti forme? In che cosa consiste la sua potenza, se non può pretendere l’onni-potenza e se l’idea del tutto non può nemmeno più essere il suo orizzonte?

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Sull'autore

Fulvio Carmagnola

Fulvio Carmagnola insegna estetica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove coordina anche Orbis Tertius, gruppo di ricerca sull’immaginario contemporaneo. Tra le sue ultime pubblicazioni Il consumo delle immagini. Estetica e beni simbolici nella fiction economy (Milano 2006), Il desiderio non è una cosa semplice. Figure di àgalma (Mimesis, Milano 2007), Design, la fabbrica del desiderio, Presentazione di Gillo Dorfles (Milano 2009), Abbagliati e confusi. Una discussione sull’etica delle immagini (Milano 2010).

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