
Incultura e diseducazione favoriscono ovunque il ritorno delle destre. Dopo la sconfitta planetaria delle sinistre compromesse e totalitarie e del “politicamente corretto”, complice dello smantellamento dell’istruzione pubblica, può aiutarci l’originalità di Camillo Berneri? Si può superare la separazione machiavelliana fra etica e politica, dando alla politica una guida etica? Può l’anarchismo (unica ideologia che rifiuta la ragion di stato) darsi una dimensione politica? Se, come afferma Giampietro Berti, “la politica è quella scienza che riconosce i rapporti di forza espressi dalla realtà e dunque i legami fra necessità e possibilità” e “le sue leggi sono autonome e non rispondono a volontà ideologiche” (Il principe e l’anarchia, 2023), ne appare evidente il carattere “neutro”, con una “tecnicalità” da comprendere e gestire perché, come dimostra la Storia, risulta ineludibile. Qualsiasi cambiamento davvero rivoluzionario oggi dovrà essere umanista – il fine non giustifica i mezzi – e scevro da tutti i conformismi (anche dell’“antipolitica”) o non sarà. Alla base dell’umanesimo, quindi di una politica non politicante, c’è sempre l’educazione.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
524 -
Collana
Sull'autore
Stefano d’Errico
Stefano d’Errico, insegnante, è segretario dell’Unicobas Scuola. Con La Scuola distrutta (2019) e La scuola rapita (2021) ha denunciato il massacro neo-liberista dell’istruzione. Con Anarchismo e politica (2007), pubblicato anche in Spagna e Portogallo e Il socialismo libertario ed umanista oggi (2011), ha riattualizzato Camillo Berneri, allievo di Salvemini e interlocutore di Gobetti, Rosselli e Gramsci che – equivocato anche dagli anarchici – col suo attualismo antidogmatico tracciò il “programma minimo” per l’ultimo socialismo possibile: quello libertario.