Marco Aurelio rappresenta un caso unico nella storia: un filosofo che per diciannove anni si trova al vertice di un grande impero, l’Impero di Roma. Forse era sulle rive del fiume Gran, dove si era recato per guidare l’esercito dopo i minacciosi sconfinamenti delle tribù germaniche dei Quadi e dei Marcomanni, quando iniziò a scrivere i suoi celebri Pensieri, note rivolte a se stesso ed esercizi concepiti per rendersi saldo e imperturbabile come lo scoglio, che resta immobile nonostante sia esposto all’infrangersi incessante delle onde. E quando divenne imperatore il mare attorno a lui si agitò rapidamente, per le guerre e per la peste. Il suo libro è diventato uno dei best seller della filosofia e oggi c’è chi lo considera una delle origini occidentali della terapia mindfulness. Per comprendere meglio come stanno le cose è però necessario rileggere i Pensieri, come opera in cui si riflette la vita del suo autore e che si rivela capace, di conseguenza, di cambiare la vita di chi la legge.
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Collana
Sull'autore
Luca Mori
Luca Mori insegna Sociologia all’Università degli Studi di Verona. I suoi interessi di ricerca si concentrano principalmente nell’ambito della teoria sociale, della sociologia dell’immaginario, della sociologia della salute e degli studi sociali sulla scienza e la tecnologia. È membro del direttivo della sezione AIS – Immaginario e del comitato editoriale della collana Im@go books della casa editrice Mimesis. Tra le sue pubblicazioni: I numeri dell’io. Immaginario neoliberale e quantificazione del sé (Im@go, 2017); An Ambiguous Health Education: The Quantified Self and the Medicalization of the Mental Sphere (con A. Maturo e V. Moretti; IJSE, 2016). Assieme a Lorenzo Migliorati ha recentemente tradotto e curato l’edizione italiana di Trauma. La rappresentazione sociale del dolore di Jeffrey Alexander (Meltemi, 2018).

