Che tu sia il mio corpo
Una lettura contemporanea della signoria e della servitù in Hegel
Judith Butler
Catherine Malabou
Scritta a quattro mani da Judith Butler e Catherine Malabou e tradotta per la prima volta in italiano, quest’opera prende le mosse da una rilettura della dialettica servo-padrone formulata originariamente da Hegel in Fenomenologia dello spirito. “Che tu sia il mio corpo” è il comando che il padrone impone allo schiavo. Malabou e Butler, da sempre attente studiose del corpo delle minoranze, sottolineano come questa ingiunzione sia di fatto impossibile, in quanto soggettività e corporeità non possono essere mai completamente disgiunte. Il distacco non può compiersi se non nella forma di un “attaccamento ostinato al distacco”, un attaccamento sempre più ostinato e addirittura disperato.
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Italiano -
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Sull'autore
Judith Butler
Judith Butler (1956) insegna Letterature comparate e Teoria critica all’Università della California, a Berkeley. Tra le più importanti e discusse filosofe viventi, le sue tesi sul genere, la sessualità e il potere sono al centro del dibattito filosofico internazionale. Nel 2012 è stata insignita, tra accese polemiche, del Premio Adorno dalla Città di Francoforte. Tra le sue opere tradotte in italiano: Corpi che contano. I limiti discorsivi del “Sesso” (1996), Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell’identità (2013), Vite precarie. I poteri del lutto e della violenza (2013), A chi spetta una buona vita? (2013), Sentire ciò che nell’altro è vivente. L’amore nel giovane Hegel (2014); per i tipi di Mimesis, La vita psichica del potere. Teorie del soggetto (2013).
Catherine Malabou
Catherine Malabou docente presso il Centre for Research in Modern European Philosophy (CRMEP) della Kingston University. La sua ricerca, di portata molto ampia, spazia dalle neuroscienze alla filosofia, dalla psicanalisi al femminismo.