Ascetica come appendice alla morale

Ascetica come appendice alla morale

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Pubblicato per la prima volta in italiano, questo breve scritto di Fichte affronta lo statuto e il ruolo dell’ascetica. Come posso operare il bene? Come è possibile, cioè, che una volontà buona possa estrinsecarsi in una serie di eventi mondani che la rappresentino nel mondo sensibile?  La risposta data da Fichte nelle lezioni di chiusura ai suoi corsi jenesi di filosofia morale, riportate nel testo qui tradotto, taglia alla radice il nodo degli infiniti dibattiti che sarebbero sorti nei secoli successivi per rispondere al quesito. ​​​​​​​L’opuscolo si presenta come un esercizio di mediazione tra la pura teoresi e la meditazione pratica, tra la prospettiva schiettamente trascendentale del criticismo e quella tradizione di riflessione morale che affonda le proprie radici nel gesto originario della filosofia e che pone nella saggezza, capace di orientare l’esistenza alla vita buona, la meta dell’intera esperienza del filosofare e del sapere.

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Sull'autore

Johann Gottlieb Fichte

Johann Gottlieb Fichte (Rammenau 1762 - Berlino 1814) è tra i massimi pensatori della tradizione filosofica classica tedesca. La pubblicazione del suo Fondamento dell’intera dottrina della scienza (1794-1795) inaugura la stagione dell’idealismo. Divenuto rettore dell’Università di Berlino, l’incessante sviluppo e la minuziosa revisione delle esposizioni del suo sistema speculativo non smetteranno di porre il filosofo a confronto con i grandi pensatori a lui contemporanei, quali Hegel, Schelling e Jacobi.

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