Al servizio di Al Capone Esperienze personali di un gangster

Al servizio di Al Capone

Esperienze personali di un gangster

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Il lavoro della guardia del corpo è semplice: stare a fianco del boss per otto ore al giorno. La regola principale è ancora più semplice: se qualcuno si avvicina al capo in una sfera di cinque passi, si deve prima sparare e poi fare domande. In fin dei conti non è un lavoro complesso, si tratta solo di obbedire agli ordini, a qualunque costo. All’inizio degli anni ’30, trovandosi alla disperata ricerca di denaro e sperando che il tema “accattivante” della mafia italoamericana lo portasse a un buon successo commerciale, Jack Bilbo scrive una biografia immaginaria, narrata in prima persona, della guardia del corpo di Al Capone. In breve tempo Al servizio di Al Capone, grazie alla verosimiglianza degli eventi riportati e alla straordinaria capacità dell’autore di trascinare il lettore dentro sparatorie, intrighi e lotte di potere, porterà molti a credere che i fatti raccontati siano realmente accaduti. Lo stesso Bilbo, cavalcando l’equivoco, per diversi anni si venderà come ex gangster “trasformandosi” di fatto nel protagonista del suo romanzo.

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Sull'autore

Jack Bilbo

Jack Bilbo (1907-1967), pseudonimo di Hugo Cyril Kulp Baruch, è stato uno scrittore e pittore tedesco. Dopo l’ascesa al potere di Hitler, fugge in Spagna dove partecipa alla Guerra civile spagnola. Terminato il conflitto ripara in Inghilterra reinventandosi pittore e scrittore umorista. Nel 1941, Bilbo apre la Modern Art Gallery di Londra, esibendo, oltre ai suoi lavori, quelli di Kurt Schwitters, di Pablo Picasso e di molti altri artisti. Negli anni ’50 torna a Berlino dove viene nominato cittadino onorario della capitale tedesca. Il suo nome d’arte prende spunto dal “Jack” di Jack London e “Bilbo” dalla città di Bilbao.