L’intento del percorso fin qui svolto è stato quello di delineare una relazione con Dio in cui la corporeità sia apprezzata in tutta la sua bellezza e forza e non come il classico ostacolo – fatto di cumulo di passioni e negatività – con cui viene considerato il corpo in rapporto allo slancio verso l’Infinito. Spesso la spiritualità vicina al platonismo – che se da una parte invita alla cura del corpo, dall’altra ne sostiene il disprezzo – continua a condizionare la nostra maniera di vivere e interpretare il mondo della corporeità. Tale prospettiva conduce, a volte, al risultato di rifiutare questo mondo, di averne paura e di rifugiarsi nel pensiero senza che ciò esprima davvero un dinamismo di vita. Questo condiziona anche il rapporto con Dio in cui il calore della affettività umana sembra quasi che non debba rientrarvi perché sinonimo di impurità e male. Qui si è voluto sviluppare un ruolo e una visione maggiormente positiva della corporeità vista e vissuta come relazione. Se l’uomo è ascoltatore dei riverberi d’Infinito, egli lo fa con ogni parte di sé stesso: compresa la corporeità e quindi assieme ai sensi che diventano espressione e richiamo a vivere la tensione verso Dio.
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Italiano -
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Sull'autore
Luciano Settimino
Settimio Luciano è docente stabile di Filosofia teoretica presso l’Istituto Teologico Abruzzese Molisano, di cui è anche preside. È inoltre docente di Filosofia teoretica nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Ha pubblicato i seguenti volumi: Donarsi. Variazioni sul tema dell’amore (2009); Guerra alle guerre. L’invito di Erasmo da Rotterdam a sacrificare la vita per la pace (2013); Oltre il filo spinato. Cosa resta della libertà (2018); Filosofia del disprezzo (2019); Donare un senso al male (2022); Approssimarsi a Dio. Un cammino di libertà (2023).

