
Nella società dell’effimero, della velocità, dell’iperconnessione accade che si avverta la necessità di assentarsi da sé, di ritrarsi dalle richieste spasmodiche di efficienza dove la prestazione si fonde con l’azionismo e dove la parola scivola nella mera necessità di richiesta di contatto. Una ricerca d’impersonalità permeata dalla volontà di non concedersi più, se non sotto una sembianza neutra. Nel difficile sforzo di essere sé, molti individui preferiscono “fare il morto”, prendersi un periodo di vacanza dalle sollecitazioni di una società spettrale, vivere al minimo, come fossero degli eremiti del XXI secolo. In questo saggio, l’Autore descrive le varie forme di fuga da sé o blancheur che possono accadere a causa di un lutto, una separazione o in seguito a un licenziamento. Per non dire dei dolorosi annullamenti di sé quali la depressione, il burnout, il deficit di attenzione per arrivare a quell’intorpidimento progressivo che si chiama Alzheimer, e che è una fuga senza ritorno.
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Lingua
Italiano -
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Collana
Sull'autore
David Le Breton
David Le Breton, professore di Sociologia all’Università di Strasburgo. È membro dell’Institut Universitaire de France. Tra i suoi saggi pubblicati in italiano: Esperienze
del dolore. Fra distruzione e rinascita (2014); Il sapore del mondo. Una antropologia dei sensi (2007); Il mondo a piedi. Elogio della marcia (2001); La pelle e la traccia. Le ferite del sé (2005, nuova edizione 2016); Antropologia del dolore (2007, nuova edizione 2016). Con Mimesis ha recentemente pubblicato Sovranità del silenzio (2016).