Ha ancora valore la parola in un’epoca, la nostra, in cui il primato spetta all’azione? Per scoprirlo è sufficiente dar voce ai pazienti, aprendo le porte di quegli studi dove la psicoterapia ricerca il significato del soffrire e connette i diversi brani dell’esistenza. Qui, a curare la psiche, non è il concetto ma è la parola che promuove immaginazione e sa rivelare nuovi scenari. La parola che diventa dialogo e ascolto, silenzio e domanda, pensiero e passione, fantasia del giorno e sogno della notte. In terapia, come nel resto della vita, decisiva è l’interpretazione, perché liberatorio non è conoscere la supposta verità dei fatti ma attribuire loro un valore personale. La parola psicologica lo comprende solo se si fa accompagnare dalla parola filosofica, lasciandosi interrogare dal senso delle cose. Potrà così resistere alle lusinghe dei palazzi della scienza e inoltrarsi nei paesaggi dell’arte, mostrando finalmente la sua stretta parentela con la parola della poesia.
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Italian -
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About the author
Enrico Ferrari
Enrico Ferrari, psichiatra e psicoanalista junghiano, è membro del Centro Italiano di Psicologia Analitica (CIPA) dove per anni ha ricoperto incarichi direttivi, scientifici e didattici. Ha lavorato nei servizi pubblici di Psichiatria e oggi esercita la libera professione a Novara. È stato relatore in vari convegni e ha pubblicato diversi lavori su temi di psicopatologia, psicologia analitica e fenomenologia. È autore di: L’ambiguità del patire (2014) e Finalmente ti scrivo (2016).