Libertà antica e moderna a confronto (Londra, 1734) è il manifesto della nuova libertà etico-politica che si afferma dopo la rivoluzione inglese del 1688, tra i Due trattati sul governo di Locke (1690) e Lo spirito delle leggi di Montesquieu (1748). Con il nuovo ordine politico fissato nei princìpi del governo rappresentativo sorgono i tratti fondamentali della società moderna qui descritti: un’opinione pubblica frutto della libertà di stampa, i partiti politici con le strategie di produzione del consenso, la manipolazione della comunicazione attraverso la retorica scritta e parlata, l’uso della storia in funzione degli interessi del presente, la formazione di un establishment.
Lord Hervey – vicino alla corte e fidato comunicatore del primo ministro inglese Robert Walpole – celebra i vantaggi della nuova società, capace di accrescere denaro e libertà e di contenere i due opposti pericoli del dispotismo e del disordine. Nella diatriba sulla superiorità tra antichi e moderni, egli propende decisamente per i moderni, sottolineando i benefici delle nuove istituzioni, non senza rilevarne le importanti benché talora ambigue ricadute antropologiche.
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John Hervey
John Hervey (Londra 1696 - Ickworth 1743), rappresentativo esponente dell’aristocrazia inglese in ascesa nella prospera epoca georgiana, dopo una solida formazione classica, entrò a far parte dell’entourage governativo più prossimo alla famiglia reale. Si dedicò con successo alla scrittura saggistica e anche, sebbene con minor fortuna, a quella poetica. La profonda assimilazione dei princìpi della glorious revolution, e della nuova cultura europea che ne derivò (da Voltaire a Montesquieu), ne fece uno degli autori più sensibili alla libertà etica e politica dei moderni.