Ci troviamo oggi in una situazione che ricorda – ma è mille volte peggio, è mille volte più inquietante – quella del Seicento, quando avere un’opinione propria, essere un individuo, mostrarsi come individuo (e non un avanzo di individuo farlocco, di scarto, di quelli che ‘sanno distinguersi’ grazie al vestito, la macchina, il look, gli hobby, eccetera) costituiva la definizione stessa di eresia. La libertà di pensiero è sempre stata una malattia. Oggi, finalmente, possiamo dirci completamente guariti. Chi non declama il catechismo collettivo è additato come pazzo. Mai come oggi il gregge di coloro che guardano scorrere le immagini ha temuto che un minimo scarto, una variazione, potessero danneggiarlo. Mai come oggi il Bene è stato sinonimo di una condivisione così assoluta
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Italian -
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About the author
Philippe Muray
Philippe Muray (1945-2006) ha dedicato la sua opera di romanziere e saggista alla descrizione impietosa dei cambiamenti sociali e culturali della Francia contemporanea. Celebrato in vita da una ristretta cerchia di ammiratori, è ormai noto al grande pubblico francese come uno dei critici più lucidi e divertenti del nostro tempo. Tra i suoi saggi ricordiamo Céline, Le XIXe siècle à travers les âges, i quattro volumi degli Exorcismes spirituels, dove parla dei suoi amori letterari, e i due volumi di Après l’Histoire, articoli di critica di costume che raccontano le scorribande parigine di homo festivus, quintessenza dell’uomo contemporaneo. Ai due romanzi pubblicati in vita (Postérité e On ferme) si è aggiunta la raccolta di racconti uscita postuma Roues carrées e il journal intime in tre tomi Ultima necat.