Essere di nuovo intero, ricucire gli stralci del tempo e dello spazio spezzati dalla guerra per trovare una continuità e superare il proprio trauma è ciò che Mustafa Huser, poeta e soldato, si propone di fare. Nasce così un labirinto onirico che si dipana su tre tempi diversi: quello dell’innocenza, l’infanzia e la giovinezza in un paesino bosniaco sulle rive del fiume Una, dove il protagonista vive immerso nell’idillio della natura, innamorato del fiume, dei suoi abitanti reali o immaginari, della sua vegetazione rigogliosa e dei cicli vitali che detta inesorabilmente. Irrompe poi il tempo della distruzione, quando sulla linea del fronte Mustafa percorre i meccanisimi di lucidità e follia di chi si trova a imparare a odiare e uccidere per sopravvivere. Infine, il dopoguerra, carico dei fantasmi e dei tentativi di tornare alla normalità in una città e un Paese ormai distrutti. E proprio da questa impossibile normalità Mustafa ci conduce nel suo mondo interiore allucinato, rabbioso, doloroso e tenero. Il linguaggio si accorda al percorso intimo del protagonista: ora è malinconico, poetico e fantasmagorico, ora crudo, caustico e sofferente. Sulle rive del suo fiume immutabile ed eterno, Mustafa, archivista e cronista del mondo passato, affida alla parola scritta il compito di ricreare la bellezza di quanto è andato perduto.
Book details
-
Publisher
-
Language
Italian -
Original language
Bosnian -
Publication date
-
Page count
208 -
Collection
-
Series
About the author
Faruk Šehić
Faruk Šehić, poeta, scrittore e giornalista bosniaco, è nato nel 1970 a Bihac e cresciuto a Bosanska Krupa. Ha studiato veterinaria a Zagabria fino allo scoppio della guerra in Bosnia nel 1992, quando ha fatto ritorno per arruolarsi nell’Esercito della Bosnia Erzegovina. Durante il conflitto è stato comandante di un’unità di centotrenta soldati ed è stato ferito gravemente a un piede. Dopo la guerra ha studiato Letteratura all’Università di Sarajevo. Lavora come giornalista per il settimanale BH Dani. Considerato una delle voci più autentiche e poetiche della ex-Jugoslavia, pone al centro della sua opera l’esperienza della guerra, raccontandone la quotidianità, la brutalità, ma anche l’umanità con uno stile sobrio e poetico. Ha pubblicato: Poesie in divenire (Sarajevo, 2000), Hit Depot (Sarajevo, 2003), Sotto pressione (racconti brevi, Sarajevo-Zagabria 2004), Transsarajevo (Zagabria, 2006). Il suo primo romanzo Il mio fiume (Buybook Sarajevo, 2011) ha vinto il premio Meša Selimovic nel 2012 e il Premio dell’Unione Europea per la Letteratura nel 2013.