Vivere di paesaggio O l’impensato della ragione

Vivere di paesaggio

O l’impensato della ragione

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In oltre trent’anni di carriera, François Jullien ha esplorato meglio di chiunque altro le latitudini del pensiero cinese attraverso l’utilizzo di categorie necessariamente al di fuori dagli abituali percorsi analitici occidentali. In Vivere di paesaggio, Jullien affronta la nozione “cinese” di paesaggio, un concetto che cessa qui il suo legame esclusivo con vista e spazio per aprirsi a un’estetica dello sguardo che si riconcilia con le sue proiezioni. Il paesaggio smette dunque di essere qualcosa da contemplare e si tramuta in uno scenario da vivere attivamente come composizione di opposti, come intreccio di correlazioni. Proprio i cinesi furono i primi a pensare il paesaggio, presentandolo come un campo costituito da tensioni tra ciò che è alto e ciò che è basso, ciò che è mobile e ciò che è immobile, ciò che si vede e ciò che si ascolta. L’opera di Jullien invita a calarsi in questo affascinante scenario dove dimensione percettiva e dimensione affettiva si confondono in un unico spirito.

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Sull'autore

François Jullien

François Jullien, filosofo e sinologo, è titolare della Cattedra sull’Alterità al Collège d’études mondiales presso la Fondation Maison des sciences de l’homme di Parigi. I suoi lavori, tradotti in molte lingue, animano da anni il dibattito internazionale sul rapporto tra pensiero europeo e pensiero cinese. Tra le opere più recenti tradotte in italiano: L’universale e il comune (Roma-Bari 2010); L’invenzione dell’ideale e il destino dell’Europa (Milano 2011); Quella strana idea di bello (Bologna 2012); Sull’intimità (Milano 2014); Entrare in un pensiero. Sui “possibili” dello spirito (Milano-Udine 2016); Essere o vivere (Milano 2016).

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