Tradurre la tradizione Sardegna: su ballu, i corpi, la cultura

Tradurre la tradizione

Sardegna: su ballu, i corpi, la cultura

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Nato dall’omonima tesi che nel 2002 ha ricevuto il “Premio Cavicchioli” presieduto da Umberto Eco, definita su Il Sole 24 Ore “emozionante e singolare” per la sua capacità di descrivere le tormentate identificazioni di un popolo attraverso una pratica come il ballo, Tradurre la tradizione torna in una versione completamente rivista e ampliata, corredata da una postfazione che ne situa i contenuti rispetto agli ultimi sviluppi della semiotica, dell’antropologia, degli studi culturali. La narrazione porta il lettore dentro un’inedita storia della coscienza il cui filo conduttore è su ballu, la danza rituale sarda, che mentre si offre come modello di un’intera cultura e luogo di formazione del senso della persona tramite il contatto corporeo, diviene lo strumento per rileggere sotto una nuova luce rivoluzioni, guerre, leader, istituzioni, media. Attraverso vertiginose prospettive incrociate – la politica attraverso il ballo, la tradizione attraverso la tv, il divenire della coscienza attraverso le crisi dei corpi – Tradurre la tradizione arriva al cuore di una storia di traduzioni che ha come motore il conflitto attorno all’esistenza della nazione sarda.

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Sull'autore

Franciscu Sedda

Franciscu Sedda (1976) è professore associato presso l’Università di Cagliari dove insegna Semiotica generale e Semiotica culturale. Fra i suoi lavori: le curatele del libro Glocal. Sul presente a venire (2005) e del volume di saggi di Jurij M. Lotman, Tesi per una semiotica delle culture (2006); le monografie La vera storia della bandiera dei sardi (2007) e Imperfette traduzioni. Semiopolitica delle culture (2012). La sua produzione più recente si incentra sui rapporti fra semiotica, antropologia, filosofia e sull’imprevedibilità delle dinamiche culturali.

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