Linguaggio e lavoro nel XXI secolo Natura e storia di una relazione

Linguaggio e lavoro nel XXI secolo

Natura e storia di una relazione

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Fino a cinquant’anni fa in fabbrica non si parlava. La catena di produzione doveva rimanere muta e assomigliare a ciò che la filosofia ha chiamato poiesis. Il tempo delle relazioni sociali, della comunicazione e della politica, cioè della praxis, era separato dal tempo del lavoro. Oggi accade l’esatto contrario, perché il capitale richiede come requisiti professionali le tipiche competenze cognitivo-linguistiche e relazionali degli esseri umani. La FCA di Melfi, i riders, la giungla dei call center di Rende: il nuovo lavoro produttivo è ora descrivibile in termini di atti comunicativi. Qual è il modello filosofico che meglio afferra il concetto di lavoro linguistico? Il libro illustra le proposte di Giorgio Agamben, Ferruccio Rossi-Landi e Paolo Virno. È la pista di Virno e degli operaisti a offrire un doppio vantaggio: mentre coglie la mescolanza tra agire e fare, conserva la vita attiva (contro Agamben) e non riduce le parole a merci (contro Rossi-Landi).

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Sull'autore

Angelo Nizza

Angelo Nizza, PhD e cultore della materia in Filosofia del linguaggio all’Università della Calabria, è coordinatore della Scuola Estiva di Filosofia “Remo Bodei” di Roccella Jonica, organizzata dall’Associazione Culturale Scholé e diretta da Simona Forti. Membro del comitato di redazione della “Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio”, ha pubblicato su riviste di settore e libri collettanei. Nel 2018 è intervenuto al Convegno nazionale della Società italiana di Filosofia del Linguaggio (Università degli Studi di Milano).

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