Libri in guerra Editoria e letture per i soldati nel primo Novecento

Libri in guerra

Editoria e letture per i soldati nel primo Novecento

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La Grande guerra provocava in Italia molteplici conseguenze anche sul piano della produzione editoriale e della circolazione di materiale da lettura. Da un lato, l’evento bellico si traduceva in nuove iniziative di pubblicazione rivolte al pubblico sia al pubblico civile sia militare, diffondendo una tipologia documentaria estremamente varia per contenuti, forme e autori. Erano in maggioranza volumi e opuscoli con finalità propagandistiche e patriottiche, ma si imponevano anche tematiche prima mai affrontate di natura medica, assistenziale, tecnologica e sociale. Dall’altro, la mobilitazione di bibliotecari e uomini di cultura portava alla costituzione di comitati per l’invio di libri e riviste ai giovani soldati feriti negli ospedali e a quelli dislocati in trincea al fronte, sebbene in gran parte analfabeti. Nell’insieme si tratta di due aspetti complementari che contribuiscono alla ricostruzione di uno spaccato editoriale e culturale poco noto di questo tragico periodo della nostra storia.

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Sull'autore

Loretta De Franceschi

Loretta De Franceschi insegna Storia dell’editoria, e Bibliografia all’Università di Urbino. È membro e referente per i rapporti con l’Italia di SHARP (Society for the History of Authorship, Reading and Publishing). Oltre a numerosi saggi, ha scritto quattro volumi: Pubblicare, divulgare, leggere nell’Ottocento italiano (2013); Nicola Zanichelli. Libraio, tipografo, editore (2004); Libri, reti, biblioteche, con Giorgio Montecchi (1999); Biblioteche e politica culturale a Bologna nella prima metà del Novecento: l’attività di Albano Sorbelli (1994).

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