Liberi dal silenzio Introduzione di Pino Cacucci

Liberi dal silenzio

Introduzione di Pino Cacucci

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Il carcere speciale ha un compito primario: annichilire l’istinto di ribellione, la capacità di sognare, congelare la comunicazione, frantumare lo spirito. Privare i sensi della possibilità di trasmettere e ricevere emozioni, affetti, speranze. Per resistere a tutto questo si sviluppano difese che rischiano di trasformarsi in corazze d’insensibilità. A qualcuno è accaduto. Altri hanno trovato nello scrivere la forza per trattenere quella stessa sensibilità che li aveva portati a ribellarsi e che non era fatta soltanto di rabbia, ma soprattutto di amore. È il caso di Sante Notarnicola. Le sue poesie conservano la memoria di bisogni rimandati, non spenti. Non si tratta di ricordare con rimpianto, ma di conservare la propria storia per non permettere che altri ne rendano incomprensibile il presente. Combattere quel “silenzio frastornante” che accompagna l’oblio, quello imposto da chi vorrebbe che nulla cambi facendo finta che sia diverso. E Sante, grazie alle sue poesie e a questo libro, ci è riuscito.

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    Italiano
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Sull'autore

Sante Notarnicola

Sante Notarnicola (Castellaneta, 1938), emigrato con la madre e i fratelli a Torino, trascorre l’infanzia in collegio. Il contatto con la realtà operaia torinese lo porta alla presa di coscienza politica e alle prime esperienze di militanza nella FGCI e poi nel PCI. Allontanatosi dal Partito, si avvicina alla banda Cavallero con cui nel 1959 inizia una serie di rapine. Il 25 settembre 1967 a Milano, durante l’ultimo colpo della banda, c’è un conflitto a fuoco con la polizia: Sante riesce a scappare, ma viene catturato alcuni giorni dopo. Condannato all’ergastolo, in carcere inizia a studiare e scrivere racconti e poesie, che confluiranno ne L’evasione impossibile (1972), primo di una serie di libri di grande successo. Con PGreco ha pubblicato La nostalgia e la memoria (2019).

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