
Questo breve saggio richiama esplicitamente il titolo di uno dei più noti romanzi di Italo Calvino, che annotava: “Penso di aver scritto qualcosa come un ultimo poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città. Forse stiamo avvicinandoci a un momento di crisi della vita urbana, e Le città invisibili sono un sogno che nasce dalle città invivibili”. Qui si propone una sorta di dichiarazione d’amore per l’insegnamento, per la scuola e per l’università, in un’epoca in cui alcuni modelli funzionali sembrano trasformarle in modo radicale, rendendole spesso invivibili per chi vi cerca ancora degli spazi non toccati dal lessico e dai criteri della performance, della creditizzazione, della professionalizzazione o del fund raising.
Alla ricerca di un equilibrio fra una didattica “innovativa”, capace di sfruttare le potenzialità della tecnologia, e forme di educazione al sapere e alla soggettività che mantengono un rapporto con la tradizione, va ancora posto al centro del pensiero il rapporto che si può dare tra le forme del “sapere” e le dinamiche contemporanee della soggettività, nella consapevolezza che tanto i saperi quanto i soggetti non sono mai entità statiche, fisse, immutabili, ma processi in continua metamorfosi, sempre de-coincidenti rispetto a se stessi.
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Lingua
Italiano -
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Collana
Sull'autore
Marcello Ghilardi
Marcello Ghilardi (Milano, 1975) svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Padova e collabora con il Master di Studi Interculturali della stessa Università. È membro del gruppo di ricerca sull’immaginario “Orbis Tertius”, presso l’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni: Cuore e acciaio. Estetica dell’animazione giapponese (Padova 2003); L’enigma e lo specchio. Il problema del volto nell’arte contemporanea (Padova 2006); Giochi di ruolo. Estetica e immaginario di un nuovo scenario giovanile (con I. Salerno, Latina 2007); Una logica del vedere. Estetica ed etica nel pensiero di Nishida Kitaro (Milano, 2009).