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Questa raccolta di saggi nasce dalla convergenza di studiosi di diverse discipline – sociologia, estetica, letterature comparate, studi sul teatro, filmologia, musicologia – attorno a un tema trasversale e nel contempo circoscritto: la mediazione tecnologica della voce. La voce non è uno strumento, qualcosa di esterno a me, un oggetto altro da me. La voce sono io, io stesso che risuono, è il soggetto in forma sonora. Se proprio si vuole intendere la voce come uno strumento, al pari di un violino o un sintetizzatore, allora la voce è lo strumento naturale per eccellenza. Tuttavia, la voce è anche lo strumento più facilmente sottoposto a ogni tipo di mediazione tecnologica e culturale. Così come un volto umano o un gesto corporeo, la voce conserva sempre un fondo irriducibile di realtà naturale, non protesica. Mentre un violino o un sintetizzatore sono oggetti parimenti artifi ciali, la voce tecnologica è inesauribilmente ibrida, anfi bia. Il fuoco specifi co della ricerca è dunque la mediazione tecnologica di un oggetto irriducibilmente non-tecnologico.

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Sull'autore

Stefano Lombardi Vallauri

Stefano Lombardi Vallauri è professore associato all’Università IULM di Milano e direttore della rivista “Nuove Musiche”. La sua ricerca investe l’estetica e l’analisi delle musiche contemporanee, dotte e popolari. Ha curato il volume Vectoriality/Protension in Post-Tonal Music (2016) e pubblicato Dodecafonia postseriale. Gilberto Cappelli e Federico Incardona (2013).

Marida Rizzuti

Marida Rizzuti è dottore di ricerca in Letterature comparate presso l’Università IULM di Milano. Ha pubblicato libri sui musical di Kurt Weill e saggi sulla storia del musical, il musical cinematografico e televisivo, l’audiovisione e le teorie dell’adattamento. Attualmente studia i compositori emigrati negli USA negli anni Trenta e la nascita della musica per film, la musica nel teatro yiddish e in particolare Molly Picon. Collabora con l’Università IULM di Milano e l’Università di Torino.

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