La sartoria di Lacan Sulle geometrie del desiderio e l’etica del godimento

La sartoria di Lacan

Sulle geometrie del desiderio e l’etica del godimento

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Sartoriali sono per Lacan le geometrie che studiano lo spazio della soggettività. Campo di queste geometrie è la modellazione dell’abito in cui il soggetto abita o ha Casa. Oggetto della sartoria psicoanalitica è quindi lo spazio-vestito che non solo circonda e avvolge il corpo, ma lo innerva e lo anima internamente. L’essere-fuori in questo caso è anche un essere-dentro. Perciò una geometria dello psichico e dell’intimo non si può fare senza occuparsi di ciò che è “estensione”. Allora – se si vuole capire quale sia “la stoffa” su cui lavora Lacan – diventa centrale il problema del cosa sia lo spazio, anche in considerazione dei diversi modi in cui l’argomento è trattato, sia nelle scienze fisico matematiche, sia nella fenomenologia, sia nella psicoanalisi. Resta il fatto che, per Lacan, topografare lo spazio del soggetto significa cartografare lo spazio-del-desiderio. Questo paradigma lo ritroviamo illustrato anche nella concezione lacaniana dell’estetica e della figurazione pittorica. Parimenti, le geometrie del desiderio spiegano com’è articolato il rapporto spazio/corpo e su quale fondamento riposa l’etica del godimento. Spiegano inoltre cos’è il plus-godimento e come funziona la logica spettrale che presiede alla sua produzione industriale.

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Sull'autore

Antonio Rainone

Antonio Rainone (Larino, 1947) si è laureato in filosofia a Roma nel 1969. È stato ricercatore CNR presso l’Università di Paris-IV, occupandosi in particolare del socialismo utopico francese. Nello stesso periodo ha frequentato i Seminari di Jacques Lacan, partecipando ad alcune attività della sua Scuola. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Il doppio mondo dell’occhio e dell’orecchio (Mimesis, 2010) e, con F. Palombi, il miscellaneo Lacan d’après Lacan (numero monografico de “il cannocchiale”, XL 1/2015).

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