Grandi affari (Big Business) Laurel & Hardy e l’invenzione della lentezza

Grandi affari (Big Business)

Laurel & Hardy e l’invenzione della lentezza

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Distribuito nelle sale americane nella primavera del 1929, Big Business (noto in Italia come Grandi affari) è l’ultimo capolavoro muto di Stan Laurel e Oliver Hardy e uno dei titoli imprescindibili per chi voglia accostarsi alla loro opera. Ancora oggi costituisce un esempio raramente eguagliato di slow burn, l’estenuante progressione di gag verso la prevedibile catastrofe finale: una tecnica che nel tempo diverrà il marchio di fabbrica della coppia. Distribuito nelle sale americane nella primavera del 1929, Big Business (noto in Italia come Grandi affari) è l’ultimo capolavoro muto di Stan Laurel e Oliver Hardy e uno dei titoli imprescindibili per chi voglia accostarsi alla loro opera. Ancora oggi costituisce un esempio raramente eguagliato di slow burn, l’estenuante progressione di gag verso la prevedibile catastrofe finale: una tecnica che nel tempo diverrà il marchio di fabbrica della coppia.

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Sull'autore

Gabriele Gimmelli

Gabriele Gimmelli è dottorando presso l’Università degli Studi di Bergamo. Redattore della rivista Doppiozero, è membro del comitato direttivo di Imm@gine, periodico online dell’AIRSC (Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema). Collaboratore di Filmidee, ha scritto per Moviement, Cenobio, Cinergie, Cineforum e Nuova Prosa. Recentemente, insieme con Diego Marcon, ha realizzato un videosaggio sul cinema di Totò dal titolo La morte e il principe, presentato alla 70esima edizione del Festival di Locarno.

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