Futuri possibili Frammento di storia futura. I giganti calvi

Futuri possibili

Frammento di storia futura. I giganti calvi

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Due scritti di Gabriel Tarde che si richiamano a vicenda, originale messa in opera della sua particolare filosofia, sociologia e psicologia. Nel primo scritto, Frammento di storia futura, una catastrofe ambientale costringe i pochi sopravvissuti a rifugiarsi nelle viscere della terra, dove costruiscono una nuova società, sviluppata secondo il modello tardiano. Una sorta di rovesciamento dell’ideale platonico dell’uscire dalla caverna, e un’immagine del futuro che, proprio perché già sempre possibile, non può attingere la perfezione. Nel secondo scritto, I giganti calvi, incontriamo e impariamo a conoscere la super-umanità del futuro, plasmata con pratiche eugenetiche a partire dall’invenzione “geniale” di un uomo solitario. In un mondo che si crede perfetto e che perfetto non può essere, la catastrofe è però sempre in agguato. Finzioni profonde e ironiche sui futuri possibili dell’umanità, questi scritti tardiani – tutti giocati tra creazione e catastrofe e in cui domina la contingenza – mostrano come la creatività sia un fatto di portata ontologica e lo sforzo di immaginare un futuro altro non sia soltanto un imperativo etico e politico, ma anche il modo migliore per realizzare la natura umana.

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Sull'autore

Gabriel Tarde

Gabriel Tarde (1843-1904) è stato un magistrato, filosofo, sociologo e criminologo francese. Pensatore originale e antiaccademico, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita come docente al Collège de France (1900-1904). La sua opera è vastissima, e grande interesse hanno suscitato, e continuano a suscitare, i suoi scritti di criminologia e i suoi studi sulla psicologia delle folle. Filosofo per passione, soprattutto in giovane età, ha lasciato alcuni scritti che sono oggetto di rinnovato interesse. Considerato uno dei padri della sociologia, la sua fama odierna – dovuta a un vero e proprio rinascimento negli ultimi due decenni – è direttamente legata al concetto di imitazione (Les lois de l’imitation, 1890) di cui ha definito le “leggi” nelle scienze umane e sociali.

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