Eudemonìa Essere liberi significa comprendere, lasciare andare e amare

Eudemonìa

Essere liberi significa comprendere, lasciare andare e amare

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La suprema aspirazione che guida le nostre esistenze è la realizzazione della felicità (eudemonìa). Filosofie e religioni hanno sovente proposto l’idea che essa sia raggiungibile soltanto attraverso un mutamento radicale dell’essere dell’uomo e del mondo. Ma la credenza che la felicità richieda un processo di evoluzione diretto a una mèta remota e distante, obbliga la volontà umana a uno sforzo estenuante che la tramuta in uno strumento di devastazione e di sterminio che nessun altro essere vivente ha mai messo in atto né concepito. Il vero Risveglio (prajña) e la vera Conoscenza (sophía), così come insegnano Buddha e Aristotele, non hanno invece l’assurda e rovinosa pretesa di mutare l’ordine delle cose e dei viventi. Tutto è già qui e ora. Tale è la felicità in Aristotele, attività perfetta o entelechìa. Il Regno di Dio è già in noi e tutti siamo la Natura-di-Buddha. Eppure la Realtà perfetta e compiuta non cancella le brutture del mondo.

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Sull'autore

Marco Christian Santonocito

Marco Christian Santonocito docente di Scienze matematiche applicate presso MIUR. Il suo principale ambito di ricerca è l’ontologia, intesa come indagine sull’essere condotta con metodo fenomenologico. Temi prediletti di studio sono: lo statuto dello spazio e del tempo e il rapporto fra realtà e apparenza. Parallelamente, approfondisce lo studio della filosofia orientale, con particolare riferimento al buddhismo indiano ed estremo orientale (zen).

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