Bauhaus Absconditum Arte, corpo e mistica alle radici del Modernismo

Bauhaus Absconditum

Arte, corpo e mistica alle radici del Modernismo

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Il centesimo anniversario del Bauhaus (1919-2019) rappresenta un’occasione preziosa per riflettere sulla natura e sull’eredità di uno dei fenomeni più dinamici e significativi che abbiano animato la sperimentazione artistica del Novecento. Nonostante la ricchezza e l’ampiezza di studi sull’argomento, un vasto orizzonte culturale sul quale l’istituzione del Bauhaus si staglia è rimasto per lo più inesplorato. Si tratta dello sfondo costituito dall’esperienza mistica, spirituale e insieme sensibile e corporea che stimola e permea non solo il complesso panorama artistico del primo Novecento, ma anche, direttamente, la visione creativa, innovativa, provocatoria e insieme didattica e formativa della scuola fondata da Walter Gropius. Attraverso l’analisi dell’opera artistica, della riflessione teorica e delle pratiche di vita di Vasilij Kandinskij, Johannes Itten e Paul Klee, il presente lavoro si propone di mettere in luce quegli elementi simbolici, ineffabili, “fantastici”, “lirici”, non concettualizzabili che il razionalismo artistico ha cercato di dominare e reprimere e che invece si sono rivelati a esso coessenziali, innervando di sé anche la visione pragmatica del Bauhaus.

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Sull'autore

Alberto Giacomelli

Alberto Giacomelli (1983) è dottore di ricerca in Filosofia teoretica e pratica e assegnista presso il Dipartimento FISPPA dell’Università di Padova, dove collabora con le cattedre di Estetica e Storia della filosofia contemporanea. I suoi principali interessi di studio riguardano l’estetica, l’intercultura e la filosofia di area tedesca del XIX e XX secolo, con particolare riferimento al pensiero di Nietzsche. Autore di contributi in riviste e volumi nazionali e internazionali, per Mimesis ha pubblicato la monografia Simbolica per tutti e per nessuno. Stile e figurazione nello Zarathustra di Nietzsche (2012) e ha curato l’opera di Ryo-suke O-hashi, Kire: il bello in Giappone (2017).

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