Autoritratto in un interno viennese Sigmund Freud si racconta

Autoritratto in un interno viennese

Sigmund Freud si racconta

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La casa è il luogo che, più di ogni altro, reca le tracce del passaggio di un’esistenza, dove le cose si scoprono in potere di rivelare, a chi sappia interrogarle, quanto altrimenti resterebbe taciuto per sempre. È quanto accade a Freud nel corso di una lettera indirizzata a Edmund Engelman, per ringraziarlo del dono di un album di fotografie che ritraevano la propria abitazione viennese, al n. 19 della Berggasse, pochi giorni prima di lasciare l’Austria per sfuggire alla persecuzione nazista. Nell’esplorare l’inconscio che si nasconde in quelle immagini di ambienti pur così familiari, Freud si lascia andare ad un lungo racconto, di cui egli rimane il vero destinatario, che costituirà il tentativo di decifrare, per l’ultima volta, il senso della propria opera e del proprio destino.

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Sull'autore

Sergio Vitale

Sergio Vitale ha insegnato Psicologia dell’arte e della letteratura e Psicologia generale presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. Tra i suoi libri più recenti: Memorie di specchio. Merleau-Ponty e l’inconscio ottico della “psiche” (2010); “Si prega di chiudere gli occhi”. Esercizi di cecità volontaria (20122); Atlas. Cartografie dell’esperienza (2013); Il paesaggio e il suo rovescio (2015); Narciso in pericolo. Autoritratto, inconscio ottico, narrazione (2018).

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