
Senza un investimento sull’educazione il tessuto sociale e culturale di una collettività si inaridisce. Ma come superare la crisi sempre più profonda che sta colpendo la scuola italiana negli ultimi anni? Secondo Luigina Mortari occorre ripensare l’offerta formativa e uscire dal paradigma di una scuola orientata esclusivamente alla professionalizzazione degli studenti. Nella prospettiva di un nuovo umanesimo servono scuole in grado di farsi cantieri di esperienze feconde e laboratori di umanità. Ecco alcune soluzioni per ripartire.
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Italiano -
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Sull'autore
Luigina Mortari
Luigina Mortari insegna Filosofia dell’educazione e Filosofia della cura presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi di Verona. Le sue ricerche hanno per oggetto la filosofia dell’educazione, la filosofia della cura, la definizione teorica dei processi di ricerca qualitativa, la formazione dei docenti e dei professionisti sociali, educativi e sanitari e le politiche formative. Dal 2021 al 2022 è stata presidente di Indire - Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa.