Pratiche discorsive su arte e filosofia

Pratiche discorsive su arte e filosofia

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Il libro configura, tramite effetti di memoria, forme fluide di pensiero. L’esito delinea, per frammenti, un’archeologia del sapere estetico della post-modernità. Sopra-vivendo derridianamente, perfino alla pandemia, l’arte, dei cosiddetti tempi interessanti, sarebbe in via di sparizione con Baudrillard e Virilio, di espansione con Perniola, presente Ovunque o in nessun luogo con Peter Osborne. Non è più la mimesi, né la sua duplicazione speculare o spettrale, né la pulsione di ricognizione di Marin, ma la sostituzione con un segno, un algoritmo, un doppio operazionale, come vuole Baudrillard, l’abisso in cui implode l’opera nella mappa di un processo. Il Dada e l’Oriente “fanno suono” in John Cage, la Gesamtkunstwerk accomuna megaprogetti curatoriali in Szeemann e Celant, lo sguardo dei ritratti di Urs Lüthi, riguardandoci, assolve alle funzioni di sorvegliarne, custodirne, autenticarne il vuoto di presenza, nel visitato soliloquio del Portrait de l’artiste, en général di Lacoue-Labarthe. “Corrono, senza incontrare un termine, senza mai urtare nel muro di un’assenza, di un limite, che sarebbe il marchio di una mancanza”, le intensità pulsionali della Grande Pellicola Effimera lyotardiana. Adorno ritorna per ribadire che “Le sole opere che oggi contano sono quelle che non sono più opere”, ma accadimento di un’operazione che mantiene un segno e un’intenzione di coscienza espositiva, para-autoriale, inter-testuale.

Interventi Jean Baudrillard John Cage Germano Celant Philippe Lacoue-Labarthe/Urs Lüthi Jean-François Lyotard Louis Marin Harald Szeemann Paul Virilio

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About the author

Viana Conti

Viana Conti, nata a Venezia, vive a Genova. Dal 1972 è saggista, critica d’arte sulle neo-avanguardie, sullo sperimentalismo europeo e americano. I suoi campi di riflessione sono la legittimazione dell’opera d’arte, la latenza nell’opera d’un autore collettivo, la relazione tra Arte e Perturbante freudiano. Pubblica Arte e Intelligenza emotiva (2009); ha tradotto Maurice Blanchot (1988) e Jean-Paul Thenot (2006). Nel 1993 è stata commissario della Sezione Transiti-Padiglione Italia per la XLV Biennale di Venezia.

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