Sulla razionalità in Hobbes Deontologia e giustificazione politica

Sulla razionalità in Hobbes

Deontologia e giustificazione politica

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La filosofia politica di Hobbes è tradizionalmente letta come una giustificazione prudenziale dell’obbligo politico: l’obbedienza a un sovrano assoluto sarebbe giustificata, dal punto di vista individuale di ciascun suddito, dal desiderio di evitare i gravi pericoli dello stato di natura anarchico. Per quanto diffusa, questa interpretazione è fondamentalmente errata, incompatibile com’è con le posizioni filosofiche effettivamente espresse dall’autore del Leviatano. Se, infatti, non v’è dubbio che il punto di arrivo sia la sovranità, la via percorsa da Hobbes non è però prudenziale, bensì sistematicamente normativa e razionalista. È proprio a partire dall’analisi del concetto di razionalità e delle sue implicazioni epistemologiche, metafisiche e politiche che si può meglio comprendere la più profonda rilevanza, anche contemporanea, della lezione hobbesiana: da considerazioni finalistiche è impossibile derivare un’obbligazione politica normativamente valida.

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About the author

Guido Parietti

Guido Parietti ha conseguito un dottorato in Filosofia alla “Sapienza” Università di Roma e un Ph.D. in Teoria politica alla Columbia University. Ha pubblicato saggi e articoli, sulla democrazia deliberativa, il pensiero di Hannah Arendt, la teologia politica, nonché l’interpretazione dello stesso Hobbes, apparsi tra le altre sulle riviste “European Journal of Political Theory”, “European Journal of Philosophy” e “La Cultura”. Il tema principale della sua attuale ricerca è l’analisi del concetto di “potere”.

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