Le leggi dell’abitudine

Le leggi dell’abitudine

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Nel 1887, William James, all’epoca professore di psicologia e filosofia alla Harvard University, pubblica sulla rivista “The Popular Science Monthly” un articolo interamente dedicato alle leggi dell’abitudine. Il tema dell’abitudine godeva al tempo di un interesse di tutta eccezione, ponendosi periodicamente al centro dei dibattiti filosofici, psicologici e medico-scientifici. L’abitudine rappresentava, infatti, una dinamica dalle molte facce e applicazioni. Oggetto di attenzione da parte della fisiologia, interessata alle sue applicazioni corporee e organiche, della filosofia – che ne faceva una legge di spiegazione dei rapporti del fisico e dello psichico – e della psicologia, l’abitudine incarnava una speciale forma di apprendimento ad amplissimo spettro. Vi è, allora, un’interessante corrispondenza tra la natura multiforme dell’abitudine e l’impostazione della teoria jamesiana, la quale andava approfondendo la complessa relazione tra processi cerebrali e risposte comportamentali.

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William James

William James (New York 1842 - Chocorua 1910), è unanimemente considerato il più importante psicologo sperimentale americano. Le sue teorie sulla struttura della coscienza hanno contribuito in modo signifi cativo alla fondazione della psicologia contemporanea. Insieme all’amico Charles Sanders Peirce, è stato il teorico del pragmatismo, ma le sue ricerche hanno sondato anche i territori della metafi sica, proponendo audaci speculazioni sulla natura profonda della realtà, della conoscenza e dell’etica.

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