
L’ibridazione è uno dei fenomeni più diffusi nell’epoca contemporanea e i suoi processi si estendono a molti campi: la letteratura, i generi sessuali, le combinazioni uomo-macchina, e molti altri. Essa viene studiata da diverse prospettive – con gli studi postcoloniali, i gender studies, il postumano –, unificate dall’idea che lo sconfinamento sia un processo inarrestabile e positivo, cui si oppongono unicamente le vecchie ideologie (politiche, razziali, sessuali, patriarcali). Questo saggio intende suggerire uno sguardo problematizzante sull’ibridazione in quanto fenomeno da approvare, ma senza ingenuità e, soprattutto, senza irrigidirsi in nuovi schematismi. Il punto di partenza sarà la differenza tra ideologia, che si basa su poche distinzioni rigide, e teoria, che richiede un’elaborazione concettuale e strumenti di analisi. Il campo di studio è costituito dal realismo magico. Il romanzo di Salman Rushdie, I figli della mezzanotte, è l’oggetto privilegiato di un’indagine in cui si afferma la differenza tra ibridazioni semplici e complesse, nella prospettiva di un’estetica conflittuale (a partire da Nietzsche) che incontra la ricchezza della teoria letteraria.
Book details
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Publisher
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Language
Italian -
Publication date
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Page count
312 -
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About the author
Martina Misia
Martina Misia ha conseguito il dottorato di ricerca in Studi umanistici transculturali presso l’Università degli studi di Bergamo. I suoi principali campi di interesse riguardano le estetiche del conflitto, le teorie dell’identità e dei generi letterari. Membro del Centro interuniversitario di ricerca FLECIR, collabora con la rivista di teoria della letteratura “Enthymema”.