Max Dauthendey

Max Dauthendey (1867-1918), nato nel 1867 nella bavarese Würzburg dalle seconde nozze di un dagherrotipista e fotografo di successo che aveva fatto fortuna in Russia, deluse le aspettative di suo padre che avrebbe voluto vederlo succedere nel suo laboratorio. Già da ragazzino, invece, il futuro scrittore cercò di emanciparsi dal padre dispotico e violento per dedicarsi alla pittura e alla poesia. Uomo inquieto, Dauthendey fece lunghi soggiorni in Russia e compì numerosi viaggi. Quello che tuttavia diede un impulso definitivo alla sua carriera di letterato fu il giro del mondo intrapreso nel 1905. Il Giappone, dove soggiornò fra l’aprile e il maggio del 1906, lo affascinò al punto da indurlo a consideralo il suo “paese ideale”. Con le opere pubblicate dopo il giro del mondo arrivò per Dauthendey anche il successo, che pose fine alla sua instabilità economica. Nel 1914, nel corso di un secondo viaggio intorno al mondo, fu però sorpreso dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che gli impedì di far rientro in Germania. Afflitto dalla malattia e dalla nostalgia per la patria lontana, si spense a Giava nell’agosto 1918, poco prima della fine del conflitto.