Un andare pensando Primo Levi e la “zona grigia”

Un andare pensando

Primo Levi e la “zona grigia”

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La ricerca presentata si fonda sull’ipotesi che Primo Levi fin dalle prime pagine di Se questo è un uomo abbia sempre avvertito la dicotomia “vittime-carnefici” come una semplificazione eccessiva per una comprensione autentica dell’infamia del Lager. Il costrutto della “zona grigia” è presente, secondo l’autore, in tutto il processo testimoniale e creativo di Levi. Attraverso una riflessione connessa consapevolmente alla epistemologia della complessità ed emotivamente a una elaborazione del suo Io, la “zona grigia” si è definita sempre più, fino alla categorizzazione ne I sommersi e i salvati e al pervenire a una visione a “tre” della fenomenologia concentrazionaria: i carnefici, le vittime e coloro che tra le vittime (i “salvati”) sono stati toccati da questa esperienza. L’autore, in relazione a una lunga carriera professionale, propone “ascoltando” Levi che le esperienze del Lager possano avere, anche se ovviamente con esiti meno terribili, una mimesi in uno “stabilimento industriale”, indicando una estensione del costrutto della “zona grigia” nell’esperienza organizzativa contemporanea.

Book details

About the author

Giuseppe Varchetta

Giuseppe Varchetta, psicologo dell’organizzazione di formazione psicosocioanalitica, socio e past-President di ARIELE. Dopo un’esperienza nella formazione, nello sviluppo organizzativo e nella direzione HR di un’azienda multinazionale, e in seguito alla docenza a contratto presso l’Università Bicocca a Milano, è ora consulente direzionale. Membro della Direzione Scientifica della rivista “Educazione sentimentale”, è autore tra l’altro di: La solidarietà organizzativa (1993), L’ambiguità organizzativa (2007), Ascoltando Primo Levi (terza edizione 2010), Trame di bellezza (2011), Non potevo non farmi vivo (2017) e, con D. Forti e F. Natili, Il soggetto incompiuto (2018).

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