
Il Medioevo sperimenta, accanto alle relazioni di viaggi fisici e reali, il resoconto di viaggi immaginari o immaginati. A differenza dei modelli antichi quali Luciano (tra l’altro sconosciuto al Medioevo latino), le narrazioni odeporiche fittizie mimano i tratti e i caratteri di quelle vere e pretendono di essere percepite come veridiche. La centralità che alcuni di questi testi riveste nella costruzione o nella conferma degli immaginari sulle meraviglie lontane obbliga a una riflessione sui possibili influssi al contempo storico-antropologici e letterari. I viaggi fittizi, come il Livre des merveilles du monde, riposano su uno statuto ambivalente che produce un duplice influsso: una spinta alla partenza e alla conoscenza della cavalleria tardo-medievale alla ricerca di avventure in luoghi fantastici e sovrasensibili (Purgatori, Paradisi sotterranei della regina Sibilla; Oriente meraviglioso); un impulso sul piano retorico-letterario a una significativa interdiscorsività che traccia una delle possibili direttrici di sviluppo e trasformazione della forma romanzo in direzione delle sperimentazioni dell’età moderna.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
204 -
Collana
Sull'autore
Martina Di Febo
Martina Di Febo è ricercatrice in Filologia romanza presso l’Università di Macerata, abilitata alle funzioni di professore di Filologia romanza di seconda fascia. È presidente della Società Italiana di Filologia Romanza, sezione scuola. Si è occupata di letteratura breve in antico-francese, di viaggi oltremondani in area gallo-romanza, di mirabilia nelle letterature mediolatine e gallo-romanze. Tra le pubblicazioni principali si segnalano: la curatela di Les versions en prose du Purgatoire de Saint Patrice (2013) e il volume Mirabilia e merveille: le trasformazioni del meraviglioso nei secoli XIII-XIV (2015).