Film che pensano Cinema e filosofia

Film che pensano

Cinema e filosofia

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Per quali ragioni il filosofo che lavori sul cinema è tuttora considerato poco “serio”, alla stregua del dilettante perditempo o del chierico infedele? E per quali ragioni, almeno in Italia, è ancora tenacemente presente la convinzione che, per quanto ci si possa sforzare di congiungerli, cinema e filosofia restino due ambiti irrevocabilmente distinti? Questo libro risponde a tali interrogativi, ritraendo un quadro variegato e stimolante della natura evocativa del cinema. La prima parte del testo approfondisce le molte e decisive questioni attinenti alle peculiarità del cinema, nel contesto della tradizione filosofica occidentale da Aristotele a Heidegger. La seconda e la terza parte si soffermano rispettivamente sull’opera di alcuni grandi maestri del cinema contemporaneo (Truffaut ed Eastwood, Fellini e Wilder, Spielberg e Garrone, Wenders e Scorsese) e su alcuni film memorabili (Moulin Rouge! e Il mestiere delle armi, American Beauty e Chicago, per citarne alcuni). Senza voler proporre una nuova teoria sul cinema, e ancor meno la rimasticatura aggiornata di una fra le tante concezioni del cinema oggi in circolazione, il libro ci dimostra in che senso e con quali suggestive implicazioni si può affermare che davvero i film “pensano”.

Book details

About the author

Umberto Curi

Umberto Curi è professore emerito di Storia della filosofia all’Università degli Studi di Padova. Visiting Professor alle Università di California (Los Angeles) e di Boston, ha tenuto lezioni e conferenze presso una ventina di università europee e americane. Ha pubblicato più di quaranta volumi, alcuni dei quali hanno conseguito premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Fra i suoi libri ricordiamo: Endiadi. Figure della duplicità (1995); L’apparire del bello. Nascita di un’idea (2013); La porta stretta. Come diventare maggiorenni (2015); Le parole della cura. Medicina e filosofia (2017); Il colore dell’inferno. La pena tra vendetta e giustizia (2019). Ha diretto per oltre vent’anni la Fondazione culturale Istituto Gramsci Veneto ed è stato per un decennio membro del Consiglio direttivo della Biennale di Venezia.

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